Il Toro di Gela: non solo una scultura ma un Simbolo.
Il Toro di Androprosopo è un’opera d’arte contemporanea, realizzata dal Maestro D’arte Francesco Cascino e fortemente voluta dall’Associazione “Comitato Civico Gela Brainstorming A.P.S”, la quale ha seguito le fasi di ideazione, progettazione e finanziato la realizzazione. L’artista ha voluto reinterpretare “Ghelos” per creare un’opera d’arte che rievoca identità, appartenenza e riscatto per i gelesi. L’arte non è una puntuale copia o una semplice riproduzione dell’effige storica, ma è arte l’interpretazione del contemporaneo o del passato e soprattutto è arte il messaggio di riscatto di una Comunità. Ghelos è in linea con la storia e la mitologia ellenica che trae le sue origini da Acheloo raffigurazione dell’Aspropotamo, ma è in linea con la mitologia orientare del fiume che viene raffigurato da un’animale mitologico dal volto umano.
IL SIMBOLO “GHELOS”
Il toro dal volto umano rappresenta Ghelos che per i rodio-cretesi di “Antifemo ed Eutimo” era il fiume Gela, ma questa non era solo la rappresentazione del fiume ma una vera e propria divinità.
La storia dell’umanità è ricca di esempi di rappresentazione di fiumi con degli animali mitologici dal volto umano, questo sia nella tradizione orientale che occidentale.
Ghelos era rappresentato nelle monete coniate nella polis di Ghela circa 2700 anni fa ed è stato oggetto di riproduzioni contemporanee nei francobolli della zecca dello Stato Italiana e persino all’estero (ad esempio in Niger).
Sicuramente Ghelos è in linea con la tradizione mitologica ellenica che rappresentava il fiume Aspropotamo, cioè Acheloo. E’ anche raffigurato in effigi sicule e sicane dell’area di Colle S. Mauro, Morgantina, Biviere e nel vittoriese.
Acheloo è la più importante delle divinità acquatiche greche ed il primo fra tutti i fratelli fiumi.
Compare nel ciclo delle fatiche di Eracle (Ercole) quando aspirava alle nozze con Deianira, figlia di Eneo e re degli Etoli, che era stata chiesta in moglie da Eracle.
Durante la lotta fra i due, Acheloo si trasformò prima in serpente, quindi in toro (come narra Sofocle), poi in un drago viscido e iridescente ed infine in un uomo dalla testa di bue così Eracle gli strappò un corno.
Acheloo si considerò vinto e gli cedette il diritto di sposare Deianira ma rivolle indietro il suo corno e dando in cambio un corno della capra Amaltea, la nutrice di Zeus, ossia la cornucopia.
Dalle gocce di sangue cadute dalla sua ferita nacquero le sirene, chiamate infatti Acheloides dal nome del padre.
Acheloo era considerato anche il padre di molte fonti, quali la fonte Pirene di Corinto, la fonte Castalia di Delfi, la fonte Dirce di Tebe (ndr e probabilmente anche di Ghelos di GHELA).
IL PROGETTO
Nell’ultimo “Forum del Fare… Economia e Sviluppo – Anno 2024” dell’Associazione Comitato Civico Gela Brainstorming, nell’analisi S.W.O.T. (Strenghts, Weaknesses, Opportunities e Threats) e cioè Punti di Forza, Punti di Debolezza, Opportunità e Rischi effettuata con l’aiuto del Prof. Rosario Faraci dell’Università di Catania si è individuato il vero punto di debolezza della Città di Gela, cioè la mancanza di senso di identità di questa area sud meridionale della Sicilia.
DOVE SI TROVA L’OPERA
Il prototipo del “Toro di Gela” sarà in mostra gratuitamente presso la sede operativa dell’associazione in Vico F. Gentilini a Gela.