giovedì 17 maggio 2012

scritto da Catania A. Eugenio


Diverse persone mi hanno chiesto di dare un’opinione sulla decisione del Gruppo Eni (ex Ente Nazionale Idrocarburi) e per loro e in particolare per una di queste persone che stimo in maniera particolare, sospendo per un giorno la mia protesta (autosospensione dall’attività di Gela – Brainstorming) dopo 32 di silenzio non per emettere una sentenza, ma per fare delle valutazioni.
L’Eni attraverso un comunicato stampa (16/17 Aprile 2012) decide di chiudere 2 linee di produzione della Raffineria di Gela (ufficialmente per ristrutturazione) con relativa mobilità per 500 operai diretti, ma manterrà la linea che si occupa dalla raffinazione del greggio locale e soprattutto il termovalorizzatore a pet coke che vende energie elettrica all’Enel usufruendo ancora dei benefici del cip6 (un incentivo statale per la produzione di energia da fonti rinnovabili). http://it.wikipedia.org/wiki/CIP6
La Politica dopo questa notizie si è affrettata a ribadire che: <<l’Eni non può abbandonare il territorio…>>, <<L’Eni deve fare…>>, <<L’Eni riaprirà nel 2013…>> ecc. Una reazione abbastanza comprensibile da parte della Politica rimanere aggrappati ad un vecchio amico che ha assicurato: voti, clientele (spesso carriere) ed ingenti risorse finanziarie. Anche sua Eccellenza il Monsignore ha fatto una dichiarazione a mezzo stampa dello stesso tono di un politico, sarà che ci sono affinità tra la politica e la chiesa che mi “sfuggono”…
Invece, non mi aspettavo la stessa reazione da parte dei cittadini gelesi, credo che a caldo non abbiano ben analizzato la situazione e poi la “triplice” (Chiesa, Giornalisti e Politici) abbia sopito le menti indirizzando qualsiasi discorso su :  <<l’Eni non può abbandonare…>>, <<L’Eni deve fare…>>, <<L’Eni riaprirà nel 2013…>> e cosi via, parola d’ordine è far pensare poco e riflettere ancora meno.
Il messaggio è chiaro in questa Città secondo i poteri forti (Chiesa, Poteri Economici, ed Eni – I Politici ed I Giornalisti vengono manovrati dai primi 3 che ho citato) è impossibile pensare ad uno sviluppo senza la Raffineria, non è un caso che il discorso sia stato impostato in questa direzione e non verso la necessità di un cambio strategico nel nostro sviluppo, ma la Raffineria ci fa rimanere attaccati ad un modello economico decadente e privo di futuro.
Mi spiego meglio, anche se la Raffineria riassumesse tutti i 500 dipendenti fra un anno (o i miei dubbi perché molti verranno accompagnati alla pensione) ci sarebbe sempre una valutazione da fare, in totale i dipendenti della Raffineria di oggi 1300 rispetto al 1979, sarebbero un numero esiguo dato che si parlava di 5000 dipendenti diretti (ma non ho dati precisi). Chiarisco: la Città deve decidere, in maniera chiara e senza soluzioni di compromesso (senza aggrapparsi alla linea 1, linea2, ½ linea o la ciminiera) o Gela diventa nuovamente un polo industriale importante e quindi l’investimento del colosso Eni di milioni di euro per avere nuove produzioni (polimeri europa, chimica ecc) e ricerca con le conseguenze positive minimo 5000 posti lavoro di occupazione diretta ed altrettanti nell’indotto e negative che comporta (bassa qualità della vita, esalazioni velenose e malattie polmonari e cancro) ovvero sganciarsi da questo sviluppo ed andare verso un modello di sviluppo che possa garantire più occupazione e più opportunità per tutti.
Ma, fino a quando ci sarà una sola linea della Raffineria a Gela (specialmente il pet coke): non si potrà investire sul turismo, non si potrà assistere ad un risveglio culturale, non si potrà investire sull’agricoltura e non si potrà avere un Consiglio Comunale che faccia veramente gli interessi della Città.
Questa è l’occasione di ricordare che il sito di Gela è stato determinante per le politiche energetiche nazionali, per consentire all'AGIP di non essere liquidata e così garantire alla “Nazione Italia” di avere una politica energetica indipendente rispetto alle altre potenze. Questo è il momento di far vedere il senso dello Stato italiota e risarcire la Città di Gela di questo sacrificio, mettendo a disposizione i fondi per la dismissione graduale e la bonifica dell'aria del petrolchimico e il finanziamento di un nuovo modello di sviluppo basato su: agricoltura, turismo, artigianato, infrastrutture portuali, rinnovabili e ferroviarie ed università.
Questa non è una strada facile, bisognerà riconvertire la forza lavoro che potremmo occupare per un periodo non precisato ma senza dubbio avremo una grande chance per dare un nuovo slancio all’economia della zona ed anche per altre ricadute positive.
Rimanere in bilico, invece, fa solo il gioco dell’Eni e dello Stato suo azionista che vuole mantenere un presidio, possibilmente il più lucroso perché non vuole impegnarsi in una bonifica che gli costerebbe miliardi di euro ma così facendo condanna la Città alla morte, perché impossibilitata a indirizzarsi verso un'altra economia.
In tempi non sospetti (Luglio 2011) avevo già scritto del rapporto tra la Città di Gela e la Raffineria cito:
https://www.facebook.com/groups/141644302550080/doc/216626731718503/
<<La città di Gela, nel 1950 circa, ha venduto la sua anima e il suo futuro ad un cane con 6 zampe.
Il cane sputa fuoco, ha distrutto tutto quello che preesisteva alla sua venuta: cultura, artigianato, agricoltura, turismo, qualità della vita, le testimonianze archeologiche, paesaggi naturali (dall'abusivismo indotto da uno sviluppo esogeno) e perfino corrotto gli animi e la morale della gente. Facendo dei gelesi degli ignavi senza ambizioni, incapaci di progettare o di fare sviluppo, attività che è stata completamente delegata alla raffineria.
La raffineria detta la politica economica alla Città: è lei decide i piani di investimenti, è lei che decide quali ditte assegnare i lavori, è lei  decide se un certo reparto deve essere chiuso, è lei che decide l'uso del porto commerciale. Tutto questo, in funzione delle sue necessità e non delle necessità della Città e dei suoi cittadini (e bene sottolinearlo).
I gelesi, si sono abituati a vivere dell'elemosina e non hanno ne la voglia e ne il coraggio di autogestirsi.>>
Per chi non fosse iscritto al gruppo su facebook può leggerlo qui
Saluti

P.s. non rubatemi le idee :D 

Scritto da Catania A. Eugenio

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