scritto da Catania A. Eugenio
Diverse persone mi hanno chiesto di dare un’opinione sulla
decisione del Gruppo Eni (ex Ente Nazionale Idrocarburi) e per loro e in
particolare per una di queste persone che stimo in maniera particolare,
sospendo per un giorno la mia protesta (autosospensione dall’attività di Gela –
Brainstorming) dopo 32 di silenzio non per emettere una sentenza, ma per fare
delle valutazioni.
L’Eni attraverso un comunicato stampa (16/17 Aprile 2012)
decide di chiudere 2 linee di produzione della Raffineria di Gela (ufficialmente
per ristrutturazione) con relativa mobilità per 500 operai diretti, ma manterrà
la linea che si occupa dalla raffinazione del greggio locale e soprattutto il
termovalorizzatore a pet coke che vende energie elettrica all’Enel usufruendo
ancora dei benefici del cip6 (un incentivo statale per la produzione di energia
da fonti rinnovabili). http://it.wikipedia.org/wiki/CIP6
La Politica dopo questa notizie si è affrettata a ribadire
che: <<l’Eni non può abbandonare il territorio…>>, <<L’Eni
deve fare…>>, <<L’Eni riaprirà nel 2013…>> ecc. Una reazione
abbastanza comprensibile da parte della Politica rimanere aggrappati ad un
vecchio amico che ha assicurato: voti, clientele (spesso carriere) ed ingenti
risorse finanziarie. Anche sua Eccellenza il Monsignore ha fatto una
dichiarazione a mezzo stampa dello stesso tono di un politico, sarà che ci sono
affinità tra la politica e la chiesa che mi “sfuggono”…
Invece, non mi aspettavo la stessa reazione da parte dei
cittadini gelesi, credo che a caldo non abbiano ben analizzato la situazione e
poi la “triplice” (Chiesa, Giornalisti e Politici) abbia sopito le menti indirizzando qualsiasi discorso su : <<l’Eni non
può abbandonare…>>, <<L’Eni deve fare…>>, <<L’Eni
riaprirà nel 2013…>> e cosi via, parola d’ordine è far pensare poco e
riflettere ancora meno.
Il messaggio è chiaro in questa Città secondo i poteri forti
(Chiesa, Poteri Economici, ed Eni – I Politici ed I Giornalisti vengono
manovrati dai primi 3 che ho citato) è impossibile pensare ad uno sviluppo
senza la Raffineria, non è un caso che il discorso sia stato impostato in
questa direzione e non verso la necessità di un cambio strategico nel nostro
sviluppo, ma la Raffineria ci fa rimanere attaccati ad un modello economico
decadente e privo di futuro.
Mi spiego meglio, anche se la Raffineria riassumesse tutti i
500 dipendenti fra un anno (o i miei dubbi perché molti verranno accompagnati
alla pensione) ci sarebbe sempre una valutazione da fare, in totale i
dipendenti della Raffineria di oggi 1300 rispetto al 1979, sarebbero un numero
esiguo dato che si parlava di 5000 dipendenti diretti (ma non ho dati precisi).
Chiarisco: la Città deve decidere, in maniera chiara e senza soluzioni di
compromesso (senza aggrapparsi alla linea 1, linea2, ½ linea o la ciminiera) o
Gela diventa nuovamente un polo industriale importante e quindi l’investimento
del colosso Eni di milioni di euro per avere nuove produzioni (polimeri europa,
chimica ecc) e ricerca con le conseguenze positive minimo 5000 posti lavoro di
occupazione diretta ed altrettanti nell’indotto e negative che comporta (bassa qualità
della vita, esalazioni velenose e malattie polmonari e cancro) ovvero
sganciarsi da questo sviluppo ed andare verso un modello di sviluppo che possa
garantire più occupazione e più opportunità per tutti.
Ma, fino a quando ci sarà una sola linea della Raffineria a
Gela (specialmente il pet coke): non si potrà investire sul turismo, non si
potrà assistere ad un risveglio culturale, non si potrà investire sull’agricoltura
e non si potrà avere un Consiglio Comunale che faccia veramente gli interessi
della Città.
Questa è l’occasione di ricordare che il sito di Gela è
stato determinante per le politiche energetiche nazionali, per consentire all'AGIP
di non essere liquidata e così garantire alla “Nazione Italia” di avere una
politica energetica indipendente rispetto alle altre potenze. Questo è il
momento di far vedere il senso dello Stato italiota e risarcire la Città di
Gela di questo sacrificio, mettendo a disposizione i fondi per la dismissione
graduale e la bonifica dell'aria del petrolchimico e il finanziamento di un
nuovo modello di sviluppo basato su: agricoltura, turismo, artigianato,
infrastrutture portuali, rinnovabili e ferroviarie ed università.
Questa non è una strada facile, bisognerà riconvertire la
forza lavoro che potremmo occupare per un periodo non precisato ma senza dubbio
avremo una grande chance per dare un nuovo slancio all’economia della zona ed
anche per altre ricadute positive.
Rimanere in bilico, invece, fa solo il gioco dell’Eni e dello
Stato suo azionista che vuole mantenere un presidio, possibilmente il più
lucroso perché non vuole impegnarsi in una bonifica che gli costerebbe miliardi
di euro ma così facendo condanna la Città alla morte, perché impossibilitata a
indirizzarsi verso un'altra economia.
In tempi non sospetti (Luglio 2011) avevo già scritto del
rapporto tra la Città di Gela e la Raffineria cito:
https://www.facebook.com/groups/141644302550080/doc/216626731718503/
<<La città di
Gela, nel 1950 circa, ha venduto la sua anima e il suo futuro ad un cane con 6
zampe.
Il cane sputa fuoco,
ha distrutto tutto quello che preesisteva alla sua venuta: cultura,
artigianato, agricoltura, turismo, qualità della vita, le testimonianze
archeologiche, paesaggi naturali (dall'abusivismo indotto da uno sviluppo
esogeno) e perfino corrotto gli animi e la morale della gente. Facendo dei
gelesi degli ignavi senza ambizioni, incapaci di progettare o di fare sviluppo,
attività che è stata completamente delegata alla raffineria.
La raffineria detta la
politica economica alla Città: è lei decide i piani di investimenti, è lei che
decide quali ditte assegnare i lavori, è lei decide se un certo reparto deve essere chiuso,
è lei che decide l'uso del porto commerciale. Tutto questo, in funzione delle
sue necessità e non delle necessità della Città e dei suoi cittadini (e bene
sottolinearlo).
I gelesi, si sono
abituati a vivere dell'elemosina e non hanno ne la voglia e ne il coraggio di
autogestirsi.>>
Per chi non fosse
iscritto al gruppo su facebook può leggerlo qui
Saluti
P.s. non rubatemi le idee :D
Scritto da Catania A. Eugenio
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