mercoledì 18 giugno 2014

Scritto da Domenico Messinese
Dopo mesi di segnalazioni e reclami sul cattivo funzionamento del biologico di
Macchitella con i relativi insopportabili miasmi ed ambigui sversamenti, i cittadini gelesi hanno
deciso di recarsi nel luogo deputato alla risoluzione dei problemi della collettività, il consiglio
comunale di Gela.
Il presidente del consiglio, dott. Giuseppe Fava, con lungimirante responsabilità ha ritenuto
opportuno dare voce ai molti cittadini che si sono presentati al consiglio comunale per esprimere
ai propri rappresentanti tutto il loro malessere e la propria esasperazione per la situazione in cui
sono costretti a vivere da mesi, e per le inesistenti risposte da parte dell’amministrazione
comunale di Gela per un problema reale ed oggettivo.
I consiglieri di Gela hanno dato prova di maturità andando oltre le sterili polemiche o la
strumentalizzazione del disagio popolare.
Seguendo una condotta propositiva i consiglieri comunali hanno fatto proprie le istanze
dei cittadini, ed hanno redatto due importanti documenti entrambi votati all’unanimità da tutti i
26 consiglieri presenti in aula.
Nel primo documento si è dato mandato al sindaco di provvedere immediatamente a:
1) Trasportare i fanghi attivi in altro apposito impianto per il loro trattamento,
visto che per voce dello stesso sindaco Angelo Fasulo, il digestore dei fanghi non è al
momento utilizzabile.
2) Attivarsi con urgenza per le coperture dell’impianto e la realizzazione del
relativo sistema di deodorizzazione che risultano essere stati stralciati dal progetto
esecutivo.
3) Provvedere a collocare delle vasche di depurazioni mobili per il
trattamento dei reflui urbani.
4) Comunicare immediatamente alla cittadinanza, imponendo i giusti limiti di
balneazione, dell’eventuale sversamento in mare di sostanze non trattate o pericolose.

Nel secondo documento si è dato mandato al sindaco di provvedere immediatamente a
verificare le responsabilità, permettendo un’urbanizzazione importante della zona senza la
dovuta pianificazione e dimensionamento dei servizi, che hanno portato al collasso il biologico
di Macchitella.

Il comitato di quartiere Macchitella si aspetta che il sindaco piuttosto di polemizzare su
personali ed errate congetture, smetta di raccontare favole ai cittadini e inizi a dare risposte serie
ad un problema serio che lui stesso ha ammesso ma che fino ad adesso ha affrontato con delle
sterili riunioni, che più che tavoli tecnici si sono configurate come inutili discussioni tra vecchie
comari.
 Domenico Messinese
Presidente Comitato di Quartiere Macchitella

sabato 7 giugno 2014

I lavori di riqualificazione, devastazione di Via Omero con alberi storici sradicati.
di Eugenio Catania



La via non si presentava con un numero maggiore di alberi?


Albero sradicato?


giovedì 5 giugno 2014

Dalla presenza di almeno due porti in età pre-ellenistica allo scempio compiuto dalla classe dirigente negli ultimi 30 anni. L'inutilità delle operazioni degli esperti della "pogammazione" e della "legalità e sviluppo". 

del Comitato di Quartiere di Macchitella
La Storia della Città di Gela inizia dal mare e legittima l’aspirazione , sempre viva nel cuore dei cittadini gelesi, è stata quella di possedere un porto degno di questo nome.
Nessuna delle fonti antiche ricorda il porto di Gela, ma oggi grazie a una serie di dati forniti dagli scavi archeologici e le prospezioni topografiche effettuate nel tratto di costa compreso tra la foce del fiume Gela e il Gattano, permette di ipotizzare la presenza di almeno due importanti luoghi di approdo realizzati nell’antichità .
In età arcaica l'approdo doveva trovarsi nel tratto di costa a ovest del fiume Gela, infatti, a Bosco Littorio, ai piedi della collina sulla quale era sorta l'acropoli della città greca, le ricerche archeologiche hanno riportato alla luce i resti di un insediamento abitativo con ambienti in mattoni crudi, spesso conservati fino all'imposta delle travi di copertura.
In età ellenistica, sull’ubicazione dell’approdo, abbiamo dati più certi, infatti, su un antico approdo degli antichi Geloi i Greci realizzarono una struttura muraria in blocchi di arenaria che si protende per circa 100 metri in mare, e i suoi resti sono stati individuati più a est della banchina dell'attuale "Porto Rifugio", l’approdo fu utilizzato anche dagli antichi romani che lo denominarono "Refugium Gelae" fino a tutto il Medio Evo quando la struttura fu ampliata con la costruzione sulla spiaggia di diversi magazzini e prese il nome di "Caricatoio".
Nel 1854 il governo borbonico mandò a Terranova l'ing. Colucci, per studiare un progetto per la costruzione di un porto ma la caduta del governo borbonico seppellì quell’iniziativa.
Nel 1861, la nascita dell'unità d'Italia, la città di Terranova ricevette la promessa del porto, la promessa non fu mantenuta e i terranovesi invocarono, senza successo, la ricostruzione del vecchio "Refugium Gelae".
Nel 1868 si offrì una buona occasione alla città di Terranova, nelle elezioni politiche di quell'anno si presentarono due candidati nello stesso collegio, il terranovese Di Menza - Vella e il licatese cav. De Pasquali. I cittadini di Terranova, pur avendone le possibilità, non fecero eleggere il loro candidato e persero la forza politica per fare nascere il porto locale, i licatesi, concordi e uniti, votarono per il proprio concittadino e ottennero un deputato e il porto.
Nel 1870 il Governo inviò a Terranova l'ing. Chiavazzi, che studiò il problema del costruendo porto, scartò l'idea di ripristinare il "Caricatoio" e consigliò di realizzare il progetto dell'ing. Colucci. Poi ogni cosa si disperse nei meandri della burocrazia e il progetto del porto... affondò ancora.
Nel luglio del 1884 si tornò a parlare del porto di Gela in occasione del riordinamento dei porti del Regno d’Italia.
Nel 1903 vennero a Terranova dei funzionari governativi per... scrutare con dei cannocchiali delle pietre del "Caricatoio", ma dopo qualche giorno sparirono senza far sapere i risultati dei loro studi.
Nel 1912, dopo tante petizioni in carta bollata, Roma concesse a Gela, per interessamento dell'on. Vassallo, la costruzione di un "pontile sbarcatoio" in cemento armato. Fu una situazione di ripiego, che fu accolta con un sospiro di sollievo dalla marineria gelese. Sindaco di Terranova era allora l'avv. Antonio Giurato, il progetto del pontile pare sia stato redatto dall'ing. Bruno. All'inizio, il pontile misurava la lunghezza di duecento metri, più tardi fu prolungato di altri 170 metri e dotato di due gru per le operazioni di carico e scarico. La costruzione dell'intera opera venne a costare trecentomila lire.
Nel 1920 Roma inviò a Terranova l'ing. Musumeci, che dopo avere eseguito attenti studi dei venti sulla spiaggia antistante Gela, elaborò un suo progetto per la costruzione del porto, che sarebbe dovuto sorgere sulle basi del... vecchio “Refugium” e cioè a ovest della città, con due tratti a gomito per evitare la risacca. Si ritornò a parlare del porto con tanta speranza. Dopo la partenza dell'ing. Musumeci e dopo un'attesa durata vari mesi, calò ancora una volta il silenzio sul porto rifugio.

Nel 1925, quando si fecero le ultime elezioni politiche con il "listone" fascista, il partito mussoliniano lo promise e sorsero addirittura vicino all'ex Reale Caricatoio delle rotaie sulle quali una decauville fu caricata di pietre trasportate con i camion da San Leo. Fu pronunciato il discorso d'occasione dal dott. Calandra, davanti a un folto pubblico, tanta esultanza, sparo di mortaretti, commozione generale ma dopo le elezioni si tolsero le rotaie della decauville, e ancora una volta il tanto sospirato progetto del porto naufragò in un mare di belle parole.
Nel 1950, l'on. Salvatore Aldisio, fu eletto ministro del LL.PP. realizzando il tanto vagheggiato sogno dei gelesi.
Nel 1952 fu steso dal prof. Giuseppe Strongoli di Roma il progetto del porto di Gela e la ditta appaltatrice fu l'impresa Lavori Porto Catania, che costruì i due moli principali sotto-flutto e sopra-flutto.Dopo la costruzione del porto diversi interventi ne hanno sabotato la funzionalità ed a causa di ciò la collettività ne piange le conseguenze (potete leggere la proposta per risolvere l'insabbiamento del porto di Gela).  
Del Presidente del CQM
          Ing. Domenico Messinese

mercoledì 4 giugno 2014

dal Comitato di Quartiere Macchitella 



Nel 1950, l'on. Salvatore Aldisio, eletto ministro del LL.PP. realizzò il tanto vagheggiato sogno dei gelesi.
Nel 1952 fu steso dal prof. Giuseppe Strongoli di Roma il progetto del porto di Gela e la ditta appaltatrice fu l'impresa Lavori Porto Catania, che costruì i due moli principali sotto-flutto e sopra-flutto.
La realizzazione del porto, un sogno inseguito dai gelesi da tanti secoli, dimostrò quasi subito la sua grande utilità, senza l'allestimento del porto rifugio a ponente non si sarebbe potuto costruire il porto industriale del complesso petrolchimico dell'Eni.
Forse qualcuno è convinto che la citta di Gela non sia degna di avere un porto e dopo meno di venticinque anni dalla sua costruzione due scellerati interventi realizzati in rapida sequenza abbiano pregiudicato la sua funzionalità rendendo, di fatto, il porto rifugio inutilizzabile.
A ovest del porto rifugio, a quasi 200 metri dalla riva, furono collocate delle barriere frangiflutto che provocarono un rapido avanzamento della costa e l’insabbiamento dei fondali esterni al porto e la formazione di un’ampia spiaggia, con relative dune, a ridosso del molo di ponente che consente al vento di spostare all’interno del porto ingenti quantità di sabbia.
Negli anni '80 fu completata l’opera di sabotaggio del porto di Gela andando a modificare l’originale conformazione del porto rifugio con il prolungamento di circa 100 metri del braccio di levante, ostacolando il deflusso delle correnti che portano le sabbie dell'avanmare deviandole all'interno del sito portuale, causando il continuo insabbiamento dei fondali.
A novembre del 1991 una mareggiata portò la Motonave da carico “New Rose” ad incagliarsi tra le barriere frangiflutto ed il molo di ponente, aggravando l’insabbiamento all’esterno e all’interno del porto e a causa di una inadeguata e incompleta bonifica del relitto si è creata una bomba ecologica pronta a versare ingenti quantità di bunker in mare dal doppio fondo arrugginito del relitto della nave.
Il porto rifugio di Gela era composto da una banchina realizzata a Nord e da un molo di ponente a difesa delle correnti e dei venti che soffiano in direzione Nord/Ovest-Nord/Est per circa 200 giorni l’anno ed aveva fondali di 4-5 metri, valori rimasti pressoché costanti sino agli interventi di “SABOTAGGIO” perpetrati negli anni 80 che hanno stravolto la dinamica del porto ed hanno pregiudicato i fondali interni ed esterni al porto riducendo, di fatto, i fondali a 1.5-2 metri massimo, con il totale insabbiamento di grandi aree dello specchio d’acqua del porto e con l'imboccatura del porto con fondali molto ridotti (meno di 2 metri) e con passaggi obbligati che compromettono la sicurezza dei natanti, anche di piccole dimensioni, che in esso trovano approdo.
Per evitare il totale insabbiamento del porto rifugio negli ultimi decenni sono stati fatti diversi interventi di dragaggio e proprio in questi giorni sono iniziati i lavori per l’ennesimo intervento.
Il vero delitto è che tutti sanno benissimo, compresa la classe politica e imprenditoriale di Gela, quali sono gli interventi da eseguire per dare nuovamente il porto agibile, ma tutti fanno finta di niente, e si trincerano dietro a discutibili progetti faraonici come la realizzazione del nuovo porto rifugio previsto nel piano regionale dei porti siciliani con investimenti previsti di oltre 60 milioni di euro, che in realtà è l’ennesima presa in giro verso il popolo gelese quando con un investimento minimo è possibile restituire immediatamente il porto rifugio ai gelesi.
Il porto Rifugio è una struttura indispensabile per la città di Gela ed è fondamentale per ospitare i mezzi di soccorso e di supporto del Porto Isola e annessa diga foranea che al momento sono ricoverati nel porto di Licata, compromettendo, di fatto, il rapido intervento in mare in caso di operazioni d’emergenze come quelle che sono state necessarie il 4 Giugno e il 14 settembre del 2013 con lo sversamento accidentale d’idrocarburi in mare.
Per quanto sopra esposto, con la consapevolezza che la competenza del porto rifugio non è del comune di Gela ma della regione siciliana, si Chiede che l’amministrazione comunale di Gela si faccia carico del disagio di un’intera comunità da troppo tempo tradita e raggirata e che finalmente prenda coscienza dei reali problemi del porto rifugio di Gela e si faccia carico di inoltrare con estrema fermezza la legittima richiesta dei cittadini gelesi sino ai massimi livelli per ottenere subito un intervento urgente finalizzato a riportare il porto di Gela alle condizioni originali, rimuovendo i frangiflutti posti a ovest del porto ed eliminando il prolungamento del molo di levante, riportando l’orientamento dell’imboccatura del porto verso levante, come tutti i porti presenti a sud della Sicilia, e soprattutto di sollecitare il recupero della bomba ecologica, costituita dal bunker intrappolato nel relitto arrugginito e corroso della Motonave New Rose, che a giugno del 2013 ha rischiato di esplodere.
Si ritiene opportuno che il materiale recuperato dall’intervento di risanamento debba essere utilizzato per prolungare il molo di ponente, andando a realizzare finalmente l’unico vero intervento di miglioramento al progetto originale del porto rifugio di Gela.

Per l’impegno finanziario si ritiene doveroso coinvolgere l’ENI, considerando che un intervento strutturale nel porto rifugio è un investimento necessario per garantire il corretto supporto logistico al porto industriale e per non rendere vane le attuali operazioni di dragaggio che l’ENI adesso sta conducendo che senza interventi strutturali nel porto rifugio sarebbe rapidamente vanificato.

Il Video dell'Intervento: https://www.youtube.com/watch?v=zIj48Czapok

Il Presidente del CQM
           Domenico Messinese

domenica 1 giugno 2014


Domenico Messinese, Presidente del Comitato di Quartiere di Macchitella, ha inviato una proposta interessante per il trasporto pubblico urbano, che potrebbe essere discussa dal Comitato Civico Gela Brainstorming sul forum, ai fini del miglioramento al supporto della proposta.

L'Ingegnere  ha fatto un ottimo lavoro per ricostruire le percorrenze dell'AST e le Linee, visto che gli uffici Comunali non avevano nulla disposizione (come da immagine sotto).




(l'attuale situazione del trasporto pubblico copyright dell'Ing. Domenico Messinese e CQM)

Domenico Messinese sulla base dell'attuale situazione di inefficienza del servizio e con la stesso budget ha presentato una nuova proposta all'Assessore competente per il miglioramento del servizio di trasporto pubblico urbano: definendo linee, frequenze e dando razionalità al servizio.

(la proposta di Messinese e del Comitato di Quartiere Macchitella)

Vi invitiamo a partecipare alla discussione e a diffondere il progetto ;)

Note Integrative, Frequenze della Proposta del Comitato di Quartiere Macchitella di Domenico Messinese:

Il piano per il trasporto urbano elaborato dal comitato di quartiere Macchitella per la città di Gela prevede che gli autobus urbani abbiano una frequenza di 15 minuti nei giorni feriali  e una frequenza di 20 minuti per i giorni Festivi per tutte le tre linee urbane, tale cadenza, ritenuta ottimale per un servizio realmente efficiente, si scontra con le attuali possibilità di trovare le necessarie coperture finanziarie per il sostegno del servizio di trasporto pubblico urbano, un onorevole compromesso si è ottenuto prevedendo una frequenza per gli autobus urbani di 20 minuti per i giorni feriali  e una frequenza di circa 40 minuti per i giorni Festivi per tutte le tre linee urbane individuate.
Questa seconda soluzione porterebbe a una percorribilità annua di circa 670 000 Km con un incremento di quasi 200 000 km in più rispetto agli attuali 500 000 contrattualizzati  (per l’esattezza 474 323 secondo quanto riportato nella determina dirigenziale 627 del 6 settembre 2012).
Per iniziare sin da subito ad ottimizzare il trasporto pubblico urbano nella città di Gela, pur mantenendo una diretta corrispondenza con gli attuali chilometri contrattualizzati e per garantire le corse aggiuntive come il collegamento per il cimitero Farello o per il petrolchimico, la proposta è stata rimodulata garantendo sin da subito una Frequenza degli autobus  di 20  minuti per la linea 1  e di 40 minuti per le linee 2 e 3.
Allo stato attuale le corse realmente effettuate nella citta di Gela non hanno una reale corrispondenza con le corse e i tempi teorici contrattualizzati con l’azienda che attualmente ha in gestione il servizio di trasporto urbano, inoltre , allo stato attuale, le linee che assicurano il servizio in molte zone periferiche  hanno dei tempi di attesa tra una corsa ed un'altra anche di 2 ore e  i giorni festivi non prevedono nessun tipo di servizio.
Nella proposta di ottimizzazione del servizio di trasporto urbano avanzata dal comitato di quartiere Macchitella  è prevista anche la possibilità per gli utenti di acquistare  i biglietti tramite un semplice SMS, con addebito diretto sul conto telefonico e senza preregistrazione.
Tale servizio è di facile attivazione appoggiandosi ad un qualsiasi fornitore di Mobile Ticketing.
L’acquisto e la validazione del biglietto elettronico avvengono in maniera semplice e immediata: è sufficiente inviare un SMS contenente un testo formalizzato ( ad esempio Gela) ad un numero breve prima di salire sull’autobus.
Al costo del biglietto, possibilmente scontato, si deve aggiungere il costo dell’ SMS di richiesta che varia in base all’operatore di appartenenza. Il passeggero riceve dopo pochi istanti un messaggio che contiene gli estremi del biglietto elettronico, l’orario di emissione e il periodo di validità. La convalida del biglietto è contestuale all’acquisto e non è quindi necessaria alcuna obliterazione.
Per le operazioni di verifica a bordo è sufficiente mostrare al controllore il codice ricevuto via SMS: occorre salire a bordo avendo già ricevuto l’sms di acquisto del titolo di viaggio.
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