lunedì 21 dicembre 2015

scritto da Alekos Panagulis
Sono attonito. Non avrei mai pensato pochi giorni prima del Santo Natale di essere sconvolto da un fatto di cronaca così grave. Dinanzi l'uccisione di un uomo, in pieno Centro Storico, le parole sono superflue ma talvolta restano l'unico mezzo utile per smuovere le coscienze dalla perenne latenza ad una fase attiva.

Quella maledettissima sera in Piazza, eravamo dei veri e propri bambini, impotenti e piccoli dinanzi alla malvagità dell'uomo che in sella ad uno scooter e in assenza della ragione genera mostri criminali. Ma come si può uccidere un uomo, a sangue freddo e davanti a tutti, in pieno centro?
Oggigiorno è ingiustificabile "giocare" a fare il gangster e mai come oggi Gela non può permettersi di rivivere il terrore generato da questi balordi.

Gela non è delinquenza. Sfatiamo un tabù: qualche centinaio di criminali non può etichettare un'intera popolazione, i gelesi onesti compongono la stragrande maggioranza della città, che seppur silenziosamente, lavora per migliorare la comunità.
Gela non è mafia. Ecco un altro tabù, che del resto riguarda l'intera Sicilia, ma alcune mele marce non costituiscono un popolo.
E' pertanto fondamentale, oggi più che mai, dare un segnale chiaro a chi crede di poter mettere sotto scacco un'intera città a suon di proiettili.

Le nostre non sono frasi fatte, bensì occorrono risposte concrete, auspicando che i cittadini gelesi inizino a distinguersi per due semplici virtù: il rispetto e l'onestà. Gela vuole voltare pagina, senza dimenticare il passato, per guardare al presente e al futuro da persone migliori, cittadini esemplari e virtuosi in una società dai dimenticati valori.











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