sabato 16 maggio 2015




La stesura drammaturgica del plot è articolata in forma di docu-drama, in un futuro (im)possibile(?)nel quale il "Sindaco", Deus ex machina, invisibile fino al palesarsi finale nelle vesti di Lucio Greco, ha risolto tutti i problemi della città: il lavoro, l'acqua, la dignità delle persone(!) e, soprattutto la sicurezza.Non si capisce bene come autobus elettrici incidano su questo aspetto, ma siamo di fronte ad un opera indipendente, da Sundance film festival per intenderci.
Lo sguardo della camera si alterna tra tagli grandangolari e piani americani dei veri protagonisti: i bambini. Questi nani politici, piccole metafore della rinascita, analfabeti politici (e della dizione).Ci ricordano alcuni Freaks di Browning per il loro ruolo di strappo del visuale, simbolo della crisi ideologica della città e la loro innocenza rende il messaggio nella sua intrinseca purezza.
E poi c'è lui, il Sindaco, l'oggetto cultuale Benjaminiano su cui la macchina indugia, in un impeccabile campo stretto, bramando le sue parole, summa simbolista del segno/significante: Scrivi Greco.
Io seguirò il consiglio: nel segreto dell'urna scriverò greco:

καλοκαγαθία
Mauro Cassarà

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