sabato 16 maggio 2015





Stando al poco materiale filmografico che, ad oggi, ha impreziosito la già ricca di contenuti competizione elettorale, l'oscar per la fotografia andrebbe di certo all'opera dell'ignoto cineasta al servizio del candidato sindaco Maurizio Melfa.
La struttura portante dell'intera opera, appare essere la dicotomia tra il peso visivo della città e il peso umano del candidato stesso che, strategicamente, viene posto all'estrema destra dell'immagine, quasi ad equilibrare quanto di immenso si trova alla sua sinistra e dietro di lui. Strategia, questa, che ci rimanda alla maestria compositiva delle immagini di ben altra derivazione artistica, come nel celeberrimo quadro di Giotto "San francesco che predica agli uccelli".
Il drone, mezzo a quanto pare molto in voga nella Cinecittà del golfo, pervade lo sguardo del pubblico con movimenti in volo radente su monumenti e paesaggi, sottolineati, con trovata registica di chi ha il mestiere quello vero, dal (per niente ovvio) contrappunto musicale.Espediente che contribuisce a trasportarci in una dimensione "fordiana" di immagine vacua, dal colore patinato spanso, etereo, che mostra il nostro personale far west, a ricordarci che Gela "Non è un paese per vecchi".
Oscar insomma meritatissimo, ma almeno un Golden Globe per il montaggio lo meriterebbe, anche soltanto per la fluidità dei piani ed i gentili movimenti di camera in e out.
Un opera moderna, per palati fini, avvezzi alla purezza del full hd.
In definitiva è solo l'inizio, un punto zero (non di piazza Roma) dal quale Maurizio Melfa, il Giovane, in un paese che non è per vecchi ci restituirà GELA:
il "nostro unico grande amoooooreeeeeee"

Mauro Cassarà


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